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Riscoperta e rivalutazione delle cultivar antiche di melo in Casentino

Titolo della tesi


Riscoperta e rivalutazione delle cultivar antiche di melo in Casentino

 

Candidato


Luigi Coleschi

 

Relatore


Enrico Rinaldelli

 

Correlatore


 

 

Anno Accademico


2014/15

 

Riassunto


Il melo è una specie appartenente all’ordine delle Rosales, famiglia Rosaceae, sottofamiglia Pomoideae e genere Malus. La specie coltivata è il Malus domestica. Essa ha avuto origine botanica per ibridazione naturale fra il Malus sylvestris (originario dell’Europa centrale) e il Malus baccata e prunifolia (originari dell’Asia).

Il Malus domestica ha avuto origine circa 6.000 anni fa durante l’era Neolitica in Asia, in un’area attualmente occupata dal Kazakistan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan e Kirghistan che confina con la provincia cinese dello Xinjiang. Dall’Asia il melo è stato introdotto in Europa e poi in tutto il bacino del Mediterraneo. Si hanno notizie storiche della sua presenza e conoscenza già nell’antico Egitto e poi durante l’Impero Romano. Durante il Rinascimento è conosciuto nelle corti italiane e francesi e nel 1700 è presente in tutti i giardini botanici d’Europa.

Soltanto ai primi del ‘900 si hanno le prime coltivazioni sistematiche in Inghilterra e Stati Uniti.

La produzione mondiale di mele supera i 70 milioni di ton. Il primato indiscusso spetta alla Cina che da sola rappresenta metà della produzione. Il panorama varietale si è notevolmente ridotto nei deceni successivi alla seconda guerra mondiale. Le prime 5 varietà più coltivate, da sole rappresentano il 64% di tutte le varietà coltivate.

La melicoltura all’interno della UE si aggira sugli 11 milioni di ton con l’Italia che non è più primo produttore, essendo stata superata dalla Polonia. La  regione principe è il Trentino Alto-Adige con circa 1.500.000 ton di mele prodotte su 29.000 Ha di superficie.

L’Italia esporta il 30% della produzione e importa circa 90.000 ton di mele, delle quali oltre la metà dai paesi del Sud America. In Toscana la produzione di mele rappresenta solo l’1% di quella nazionale, ma si hanno notizie storiche della sua importanza nel passato grazie soprattutto al lavoro fatto dal pittore Bartolomeo Bimbi alla corte medicea di Cosimo III. Lui raffigura oltre 50 varietà di mele conosciute e coltivate in quell’epoca.

In Casentino, valle montana in provincia di Arezzo, la melicoltura specializzata è assai poco diffusa (circa 15 Ha nel 2008 secondo Coldiretti Arezzo), tuttavia la presenza storica del melo è testimoniata dal lavoro svolto dall’ ing. Carlo Siemoni nella metà del 1800. Sono da lui descritte numerose specie coltivate in quel tempo, fra cui diverse varietà di melo. Inoltre la banca regionale del germoplasma conserva nel suo archivio alcune varietà di melo diffuse nel territorio casentinese.

La tesi ha come obiettivo principale quello di effettuare una descrizione morfologica e agronomica di alcuni genotipi di melo rinvenuti in Casentino, al fine di individuare cultivar idonee ad una loro possibile coltivazione sul territorio e comunque da poter essere inserite nel repertorio regionale del germoplasma secondo i criteri della L.R. 64 del 2004.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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