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Azoto nei terreni agricoli e qualità delle acque: il ruolo delle pratiche agronomiche

Titolo della tesi


Azoto nei terreni agricoli e qualità delle acque: il ruolo delle pratiche agronomiche

 

Candidato


Maurizio Degli Innocenti

 

Relatore


Simone Orlandini

 

Correlatore


 

 

Anno Accademico


2014/15

 

Riassunto


Le attività antropiche comportano l’ immissione di grandi quantitativi di composti azotati nella biosfera comportando l’alterazione del ciclo dell’azoto.

Nel terreno il ciclo dell’azoto consiste in una serie di processi che comportano l’immissione, la trasformazione e le perdite di azoto dal sistema suolo.

Nel presente lavoro sono state analizzate le perdite per dilavamento, il loro impatto sulla qualità delle acque e il possibile ruolo delle pratiche agronomiche per la loro riduzione.

Le condizioni affinché si verifichi il dilavamento dei nitrati sono la presenza di essi nel terreno e la percolazione della soluzione circolante, fattori a loro volta determinati dalle pratiche colturali e dalle condizioni ambientali.

Le prime influenzano il dilavamento attraverso apporti azotati e la modifica dei processi del ciclo dell’azoto, le seconde tramite l’ insieme delle caratteristiche del suolo e il bilancio idrico.

Il dilavamento dei nitrati è quindi dovuto ad un complesso insieme di fattori ed alla interazione tra di essi.

Le perdite per dilavamento mostrano valori medi importanti nelle aziende agrarie europee e possono contribuire ad eccessive concentrazioni di nitrati nelle acque superficiali e del sottosuolo causando impatto sull’ambiente e sulla salute umana.

Sono state riportate le conoscenze riguardo l’impatto sulla salute umana, sull’ambiente ed è stata descritta la situazione europea attuale riguardo la concentrazione di nitrati nelle acque del suolo e fluviali e gli aspetti legislativi.

L’applicazione di pratiche agronomiche razionali, quali apporti azotati bilanciati, gestione dei residui , utilizzo di catch crops e la gestione delle lavorazioni, possono ridurre le perdite per dilavamento, ottimizzando i processi produttivi e riducendo gli impatti ambientali.

L’efficacia di tali pratiche dipende però dalle loro interazioni, così che la soluzione ottimale varia in relazione alle caratteristiche del territorio e degli ambienti colturali.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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