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Indagine preliminare sull’uso irriguo dell’acqua nel comprensorio del Canale Lunense

Titolo della tesi


Indagine preliminare sull’uso irriguo dell’acqua nel comprensorio del Canale Lunense

 

Candidato


Giacomo Guastini

 

Relatore


Graziano Ghinassi

 

Correlatore


 

Anno Accademico


2015-16

 

Riassunto


Questo lavoro prende spunto da una riflessione in merito ai cambiamenti climatici che coinvolgono tutto il pianeta, interessando anche l’Italia, e ai possibili effetti sulla risorsa idrica.

Il contesto di attività del Consorzio di bonifica e irrigazione del Canale Lunense offre quindi un’occasione d’indagine per verificare in quale modo l’irrigazione praticata nel suo comprensorio possa incidere sul consumo di acqua.

Per conseguire questo risultato è necessario esprimere in termini di efficienza l’utilizzo dell’acqua d’irrigazione, confrontando il fabbisogno irriguo delle colture praticate con la dose d’acqua a queste somministrata.

Nella dissertazione quindi si descrivono il contesto geografico e gli aspetti climatici che caratterizzano il comprensorio del Canale Lunense, che si sviluppa nella piana della Bassa Val di Magra, da Santo Stefano di Magra alla linea di costa, fino al confine tra Liguria e Toscana.

Si parla di una delle maggiori criticità nell’idrologia di questo ambiente, che è la presenza del cuneo salino di origine marina. Questo fenomeno interessa le acque del fiume dalla foce fino a 6 km a monte e parte della falda acquifera all’interno del compresorio.

Si compie inoltre un breve excursus storico in cui si individuano le origini del Consorzio ed il contesto in cui è stato edificato il Canale Lunense.

Sono descritte le strutture che caratterizzano lo schema irriguo. Il sistema adduttore è costituito prevalentemente da un canale a cielo aperto, le cui sponde sono rivestite di calcestruzzo armato. Esso deriva l’acqua dal Fiume Magra in Località Isola di Aulla e
termina il suo tracciato confluendo nel Torrente Parmignola.

Il sistema distributivo è formato per la maggior parte da un reticolo di canalette di cemento, in cui l’acqua scorre a cielo aperto, confluendo in ultimo in fossi di bonifica o nel Fiume Magra. Una parte minoritaria invece consiste in condotte in polietilene o pvc, che conducono l’acqua in pressione fino ai punti di consegna, muniti di idranti.

Di tutto il comprensorio si è deciso di intraprendere un’indagine limitatamente ad un distretto irriguo con sistema in pressione. Lo si è individuato in quello con maggiore superficie agricola coltivata e caratterizzato dalla condotta di distribuzione più lunga. Si è dato nome di “utenti” a quei consorziati che godono del servizio irriguo e di “utenze” al loro ambito di attività.

Constatata l’impossibilità di contattare gli utenti a priori e appurata la mancanza di qualsiasi dato riguardante la SAU irrigata, le colture praticate e i consumi d’acqua effettuati (per mancanza di contatori al punto di consegna), si è comunque proceduto per ottenerli nella maniera più precisa possibile.

L’indagine ha occupato il periodo che va dalla primavera fino alla fine di settembre del 2016. Con una ricerca assidua e diretta sul territorio si sono individuate circa quaranta utenze nel distretto. Di queste se ne sono prese in esame nove, che sono state seguite per tutta la stagione irrigua. Le utenze fanno riferimento sia ad aziende sia ad attività non commerciali, dirette esclusivamente
all’autoconsumo.

Se ne sono ricavate informazioni riguardo le colture praticate, le superfici coltivate, le portate a disposizione e i metodi irrigui. Non avendo misurazioni circa i consumi di acqua, questi si sono stimati in base alle informazioni rilasciate da ciascun utente, in merito alla consuetudine della propria pratica irrigua.

Utilizzando i dati di evapotraspirazione di riferimento (ET0) giornaliera e di pioggia, forniti per concessione dal CAAR-Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale della Regione Liguria, si è calcolato il fabbisogno irriguo (Fi) di ogni coltura. Relativamente ad ogni appezzamento si è stimata l’efficienza dell’irrigazione, mettendo in rapporto il fabbisogno irriguo netto con i volumi
somministrati, stimati in base alle informazioni ricevute dagli utenti.

I risultati ottenuti rivelano le incertezze che accompagnano i calcolo, rispecchiando allo stesso tempo la diversa tipologia d’utenza e l’alta varietà di pratiche colturali.

Il metodo si adatta di volta in volta al particolare caso in esame, nell’intento di aumentare la precisione del calcolo, ma alcuni fattori ne limitano l’efficacia. Infatti le colture miste e le piccole dimensioni dei poderi creano delle difficoltà nella stima del Fi e la mancanza della misurazione dei consumi non permette di determinare il valore reale della dose d’acqua distribuita.

Comunque i valori di efficienza irrigua rivelano un uso dell’acqua più razionale in aziende in cui si pratica monocoltura, irrigata a pioggia a bassa intensità o con manichetta forata in coltura protetta; raramente in orti familiari in coltura mista, irrigata a solchi.

ULTIMO AGGIORNAMENTO

31.08.2023

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